È molto comune al giorno d’oggi trovarsi una zecca impiantata sulla pelle se si visitano zone prealpine e alpine sotto i 1500 metri. In molti luoghi la zecca è addirittura endemica ed è importante riconoscerla entro breve tempo, esaminando bene il corpo nostro e dei nostri bambini dopo essere stati in mezzo nei boschi, toglierla nel modo corretto facendo si che non resti nessuna parte all’interno e tenere sotto controllo se nelle settimane successive compaiono dei sintomi che possono far pensare alla Borrelia, o malattia di Lyme. Il morso della zecca non dà problemi di per sé, ma questi aracnidi possono essere vettori di malattie batteriche (come la Borrelia, o Malattia di Lyme, dal batterio Borrelia burgdorferi) o virali (come la TBE, Encefalite da zecca). Le patologie veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese, oltre alle due già citate sono la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca del cane), la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche e l’ehrlichiosi.
Una volta che la zecca ha immesso il suo rostro nella cute, la sua peculiarità è quella di inserirlo sempre più nel sottocute man mano che trascorre il tempo. Proprio per questo la zecca andrebbe tolta il più presto possibile, in quanto con il trascorrere del tempo la rimozione può divenire pericolosa e difficoltosa.
A proposito di questa procedura è essenziale e consigliato affidarsi al personale sanitario esperto in quanto il “fai da te” può essere rischioso e provocare seri problemi.
Puntura di zecca, cosa non fare
La zecca non va mai schiacciata, in quanto con questa procedura si rischia di inoculare i batteri, contenuti nello stomaco della zecca, all’interno della persona punta.
Invece se si strappa la zecca dalla cute si rischia di far rimanere il rostro inserito, il quale dovrà successivamente essere tolto con un ago sterile o tramite una piccola incisione cutanea compiuta con un bisturi accrescendo il fastidio e il pericolo di infezioni.
Ulteriori comportamenti da evitare sono quelli di bruciare l’animale quando ancora ancorato alla cute oppure ammazzarlo con ferri caldi o mediante l’utilizzo di alcol e/o ammoniaca: tutti questi comportamenti, infatti, possono aumentare il pericolo di contagio e infezione dovuta al rigurgito della zecca in seguito alla sua uccisione violenta.
Per quanto riguarda il personale sanitario (infermiere o dottore) che procederà alla rimozione della zecca, è bene sottolineare come questa procedura debba il più delle volte essere fatta attraverso l’utilizzo di apposite pinzette: staccare la zecca direttamente con le dita, difatti, potrebbe far restare dei suoi residui sulla pelle del professionista.
Come togliere una zecca
Il procedimento per togliere una zecca dalla pelle è semplice, ma necessita di mani esperte e appositi strumenti.
Per questo motivo deve essere effettuata dal personale sanitario e devono essere evitate tutte le manovre e rimedi “fai da te”.
- Tramite una pinzetta, afferrare la zecca nel punto più vicino alla cute per evitare la rottura dell’apparato boccale. Non afferrare la zecca per il corpo per evitare il rigurgito o di spezzare il parassita
- Estrarre il parassita afferrandolo il più possibile vicino alla superficie della pelle, rimuovendolo tirando dolcemente e cercando di imprimere un movimento rotatorio. I movimenti devono essere delicati, ma allo stesso tempo decisi
- Durante la rimozione va evitato di schiacciare il corpo della zecca in quanto il rigurgito che ne consegue aumenta la possibilità di trasmissione di agenti patogeni pericolosi
- Se il rostro dovesse rompersi, si noterà un puntino nero al centro del sito del morso. In questo caso andrà estratto aiutandosi con la punta di un ago sterile oppure operando una piccola incisione in campo sterile con un bisturi
- Disinfettare la cute evitando disinfettanti colorati in modo tale da poter monitorare sin da subito la comparsa di segni di infezione o infiammazione
- Se non coperto, somministrare al paziente la profilassi antitetanica.
Una volta tolta la zecca è bene controllare la zona del morso per 30-40 giorni.
Mentre la formazione di una crosticina rossa pruriginosa è il decorso normale della puntura, se si dovesse presentare un alone “a bersaglio”, detto eritema migrante, esso è caratteristico della Malattia di Lyme e di altre possibili patologie.
Come evitare le punture di zecca?
La prima forma di prevenzione è saper riconoscere una zecca (le zecche che attaccano l’uomo sono diverse dalle zecche del cane), e controllarsi sempre dopo una gita in montagna. Sono in commercio molti prodotti per tenere lontane le zecche, sia repellenti cutanei che dispositivi a ultrasuoni da portare con sé che infastidiscono l’animale. Se soggiorniamo in aree montane a bassa quota, anche solo per una scampagnata giornaliera, è consigliato proteggere tutte le parti del corpo con un indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi., meglio se di colore chiaro per rendere più evidente l’eventuale presenza di zecche. Si suggerisce di infilare i pantaloni nei calzini ed è meglio usare scarpe alte.